Allerta pensione: ecco come cambierà ufficialmente l’età pensionabile il prossimo anno

Dal 2027 cambierà significativamente l’età pensionabile in Italia. Il governo ha deciso di non bloccare completamente l’aumento automatico previsto dalla legge sull’adeguamento all’aspettativa di vita, ma di dilazionarlo nel tempo. Questo significa che l’età per la pensione di vecchiaia salirà gradualmente, con un aumento di 1 mese nel 2027 e di 2 mesi nel 2028, portando il requisito a 67 anni e 3 mesi. Le eccezioni riguardano alcune categorie di lavoratori, mentre rimangono attive forme alternative di accesso alla pensione anticipata.

La decisione rappresenta un equilibrio tra la necessità di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale e le pressioni economiche affrontate dai futuri pensionati. Nel contesto di un’Italia con un tasso di occupazione relativamente basso tra i 55 e i 64 anni, il graduale aumento dell’età genera dibattiti significativi nelle organizzazioni sindacali e tra i contribuenti.

Come aumenterà l’età pensionabile dal 2027

Incrementi graduali: 1 mese nel 2027 e 2 mesi nel 2028

La soluzione scelta dal governo prevede un allungamento progressivo anziché un blocco totale. Nel 2027, l’età per la vecchiaia salirà di 1 mese, fermandosi temporaneamente a 67 anni e 1 mese. Nel corso del 2028, è previsto un ulteriore aumento di 2 mesi, per un totale di 67 anni e 3 mesi. Questa dilazione consente al sistema di distribuire l’onere economico nel tempo, limitando l’impatto immediato sui bilanci previdenziali.

Confronto tra il primo scenario e la decisione finale

Inizialmente, i tecnici avevano valutato di bloccare completamente l’aumento di 3 mesi che sarebbe derivato dall’automatico adeguamento all’aspettativa di vita. Tale blocco avrebbe comportato costi di circa 3 miliardi al regime. La soluzione adottata, dilazionando l’aumento su due anni, porta il costo stimato a circa 2 miliardi, rendendo la misura economicamente più sostenibile per lo Stato.

La pensione anticipata e i nuovi requisiti

Aumenti per la pensione anticipata

La pensione anticipata subirà modifiche parallele. A partire dal 2027, i requisiti contributivi passeranno a 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini, mentre le donne beneficeranno di 1 anno di riduzione, accedendo con 41 anni e 11 mesi. Nel 2028, sarà richiesto un ulteriore mese, portando rispettivamente a 43 anni e 1 mese (uomini) e 42 anni e 1 mese (donne).

Questi aumenti mantengono una struttura incentivante per chi ha accumulato una lunga carriera contributiva, anche se richiedono una maggiore pazienza nel raggiungimento del traguardo pensionistico.

Eccezioni e categorie protette

Lavoratori gravosi e usuranti

Una platea ristretta di lavoratori beneficerà di protezioni speciali. Il Governo ha previsto un’eccezione per chi svolge mansioni particolarmente gravose o usuranti, rappresentando circa il 2% dei nuovi pensionati. Per questi soggetti, l’aumento dei requisiti viene congelato fino al 2028, garantendo stabilità nella pianificazione del pensionamento.

Questa tutela riconosce la difficoltà fisica e psicologica di prolungare l’attività lavorativa in settori ad elevato rischio professionale.

Le forme alternative ancora disponibili

APE Sociale e abolizione di Quota 103 e Opzione Donna

L’APE Sociale rimane attiva nel 2026 e oltre, permettendo l’uscita a 63 anni e 5 mesi per categorie specifiche: disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori addetti a mansioni gravose. Al contrario, Quota 103 e Opzione Donna vengono abolite, eliminando due canali alternativi che avevano consentito accessi anticipati negli anni precedenti.

Questa riconfigurazione del sistema ridimensiona le possibilità di flessibilità rispetto al passato recente.

Aumento delle pensioni minime nel 2026

Incremento mensile e rivalutazione contributiva

Parallelamente ai cambiamenti strutturali, il Governo interviene a sostegno dei pensionati con redditi più bassi. Le pensioni minime riceveranno un aumento di 20 euro lordi al mese (circa 12 euro netti), oltre a un incremento aggiuntivo dell’1,3% rispetto al tasso generale di rivalutazione.

Per i lavoratori che andranno in pensione nel corso del 2026, è prevista inoltre una rivalutazione del montante contributivo del 4,04%, il dato più alto degli ultimi vent’anni. Questa percentuale si applica ai contributi versati fino al 31 dicembre 2024 e incide direttamente sugli assegni dei nuovi pensionati.

Pianificazione e considerazioni pratiche

Come verificare il tuo requisito personale

Per comprendere come queste modifiche ti interessano, è essenziale verificare con l’INPS la tua posizione contributiva attuale e l’anno in cui raggiungerai i nuovi requisiti. Le finestre di attesa, che variano a seconda del tipo di pensione e dello status lavorativo (dipendente, autonomo, commerciante), potranno influire sulla data effettiva di erogazione della prestazione.

Una pianificazione anticipata consente di adeguare i propri progetti economici e professionali in base alla nuova tempistica pensionistica, limitando sorprese nel momento dell’accesso al diritto.

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